Recensione del libro “Nel mare ci sono i coccodrilli” di Fabio Geda
Enaitollah Akbari è un ragazzo afghano di Nava,
orfano di padre e con la famiglia in debito con i datori di lavoro di suo padre,
i quali reclamano la vita del bambino, quale risarcimento. Sua madre cerca di
nasconderlo finché può, ma una volta cresciuto troppo, le diventa impossibile
farlo; inoltre la situazione nel suo paese diventa difficile con la presa del
potere da parte dei talebani.
E’ per questo che una sera sua madre lo accompagna
in Pakistan e lo abbandona lì, dopo tre giorni: al mattino Enaitollah si
sveglia e si ritrova da solo.
Da quel giorno Enaiatollah inizia a svolgere
piccoli lavori in Pakistan, conoscendo altri ragazzi; con questi, in seguito, con
l’aiuto di trafficanti di uomini, sale su un furgone e arriva in Iran.
In Iran lavorerà per po’ di tempo in cantiere, ma
verrà rispedito al confine dalla polizia più volte. Deciderà allora di andare in
Turchia, affrontando un lunghissimo e difficile viaggio attraverso le montagne;
in Turchia, però, non si trova bene: si unisce allora ad altri ragazzi per
partire su un gommone verso la Grecia. Si
A questo punto Enaiatollah si ricorda che in Italia
c’è un suo conoscente (Payam) e decide di raggiungerlo.
Con l’aiuto di persone generose e disponibili, riesce
a prendere un treno per Venezia e poi per Roma. A Roma riesce a rintracciare
telefonicamente il suo amico e scopre che abita a Torino, quindi lo raggiunge e
Payam riesce a trovargli posto in una famiglia con cui …
Ho apprezzato molto la vicenda narrata nel libro perché
ripercorre la storia vera di un ragazzo, dai dieci anni all’adolescenza, che
prima di poter vivere in modo sereno e adeguato alla sua età, ha dovuto
affrontare viaggi ed esperienze complicate e difficili, molto lontane dalla
nostra realtà, ma ha fatto tutto ciò con il sorriso.
Valutazione:*****
Gabry
L.
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